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autore
brano
 
Cicerone
De Natura Deorum III,63
 
originale
 
[63] Magnam molestiam suscepit et minime necessariam primus Zeno, post Cleanthes, deinde Chrysippus, commenticiarum fabularum reddere rationem, vocabulorum, cur quidque ita appellatum sit, causas explicare. Quod cum facitis, illud profecto confitemini, longe aliter se rem habere, atque hominum opinio sit; eos enim, qui di appellantur, rerum naturas esse non figuras deorum. Qui tantus error fuit, ut perniciosis etiam rebus non modo nomen deorum tribueretur, sed etiam sacra constituerentur. Febris enim fanum in Palatio et Orbonae ad aedem Larum et aram Malae Fortunae Exquiliis consecratam videmus.
 
traduzione
 
63. Ad una ben inutile fatica si sono sobbarcati Zenone per primo e, dopo di lui Cleante e Crisippo, nel tentativo di render ragione delle finzioni mitiche e di chiarire il perch? delle denominazioni di ogni singolo oggetto. Ci? facendo ammettete implicitamente che le cose stiano molto diversamente da come le pensano gli uomini in quanto quelli che vengon chiamati d?i sarebbero Questo tipo di errore ha finito coll'assumere proporzioni tali che, oltre a divinizzare entit? malefiche, si ? istituito anche un culto in loro onore. Cos? sul Palatino si pu? vedere il tempio della Febbre, presso il sacrario dei Lari quello di Orbona e sull'Esquilino ? pure visibile l'altare della Mala Fortuna.
 

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